Introduzione

Fotografare per me significa raccontare storie, la mia, la vostra, quelle che uso per mettere in luce qualcosa che rischia di essere dimenticato. Non fotografo quel che vedo ma ciò che sento. E quello che sento non è fatto per un tempo esauribile ma per essere staccato da esso.

 

 

Intorno al Ritratto

 

Fare ritratti mi piace molto ed è una continua sfida. Una vera e propria occasione di intima conoscenza con chi ti sta di fronte. Scandagliare la natura umana non è come shakerare un drink, è come trovarsi al cospetto della macchina della verità tentando di sfiorare i tasti giusti: un compito delicato da assolvere con riguardo e pazienza. Il tempo regola questa trasmissione di energie, se ne hai poco, come nel caso di molte session decise dai giornali, rischi di infrangere quel barlume di scambio personale su cui si fonda tutto il resto. Sono certo che non si può fare un buon ritratto mantenendosi freddi e distaccati rispetto alla persona, si deve  compartecipare, esporsi, sporcarsi se necessario e lo è quasi sempre: insinuarsi con garbo in quel piccolo sconvolgente mondo nascosto dietro l’epidermide. Si può organizzare quasi tutto: location, attrezzatura, dettagli tecnici, quello che non si può decidere è l’esperienza legata alla persona.

Ci sono persone intense e carismatiche, altre apparentemente scialbe e poco coscienti di se, insicure malinconiche o demotivate, altre ancora auto ironiche buffe e divertenti. Tutto può essere una maschera perché chi sa di essere fotografato non si comporta come farebbe in solitudine, del resto questo non è reportage, l’intenzionalità è ugualmente preziosa e può essere messa in gioco purché serva l’animo umano e non si distacchi bruscamente da esso. L’abilità del fotografo consiste quindi nel togliersi per primo ogni tipo di maschera e, prima ancora di usare il suo strumento, stabilire una comunicazione personale nella quale scovare la miglior chiave di lettura del soggetto.

Le immagini raccolte qui sono per lo più frutto di questo tipo di impegno, sono impregnate del mio occhio, intuito e  senso estetico (in questo senso non può che trattarsi di duplici ritratti) e si gratificano spesso nel contatto con la natura che diviene chiave essenziale per la comprensione di noi stessi. Non volevo contestualizzarle troppo affinchè nulla di provvisorio potesse intaccarle ma prima ancora mi premeva di poter elevare ad una certa grazia i gesti e gli sguardi di persone comuni intuendone unicità e inconsueta bellezza.

 


Giovan Battista D’Achille

 

Testimonials

 

Fotografare: “Scrivere con la luce”…questo è ciò che caratterizza l’opera di Jeff.
Soffermandomi ad osservare, scrutare, i suoi scatti ho avuto più volte la sensazione di leggere piccole storie. Mi sono persa tra le pieghe di mondi lontani, fatti di luci e ombre, di colori e gesti, d’anime erranti e sognatrici. La sua immaginazione lascia intravedere, o meglio vedere ciò che il soggetto pensa, sente; ci conduce, in punta di piedi, sino alla soglia di quel mondo sconosciuto, lasciandocene intravedere l’essenza.
L’ armonia dei suoi scatti, la delicatezza del suo sguardo, la sua costante ricerca rapiscono come il leggero volo delle farfalle. Ecco, questo è ciò che si prova accostandosi al suo modo di percepire e rappresentare l’esistenza…una leggera sensazione di libertà. Concludo con un pensiero d’Arnheim, pensiero che racchiude il valore dell’opera di jeff: “L’arte riflette la mente e non ci può essere buona arte senza umanità”. 

                                Giusi Caligiuri,educatrice (Goccianera on Flickr)


"Jeff/Giovanni è un fotografo estremamente talentuoso. Amo il modo in cui riesce a catturare punti di vista e composizioni molto interessanti. Il suo lavoro è davvero artistico e ricco di immaginazione. Le sue immagini ti catturano: non puoi non rimanerne colpito e potresti stare fermo dinnanzi a loro per ore. 
Aspetto sempre il momento in cui aggiunge qualcosa di nuovo nel suo stream.."                                          
Holly Fisher, Fotografa (Pinklilyblossom on Flickr)



Giovanni è un  sorprendente artista fotografico – il suo stile richiama alla mente i maestri del rinascimento italiano con uno spettacolare squardo sul 21mo secolo.

Le sua composizione e immaginazione è sorprendente e le tecniche con colore e luce sono davvero incredibili.

Un vero poeta e drammatista.                             20 giugno 07 - Manel Ortega, Fotografo

 

 

Se fotografia è padroneggiare l’arte della luce, le immagini di Batty fanno l’amore con la luce. Una luce mai invadente nemmeno quando è decisa. Sempre soave, quasi sussurrata, ma con estremo equilibrio, senza mai divenire leziosa.

Non si può non lasciarsi cullare da chi descrive senza mai urlare situazioni struggenti, o raccontare con sguardi incantati atmosfere mai banali, o suggerire pacatamente accostamenti anche ironici, per convincerci che in fondo quello che conta è non mettere troppi paletti tra chi rappresenta e chi è rappresentato, troppi filtri tra realtà e sogno, tra oggettività e percezione.

La vera forza di Batty è far vivere ogni immagine come pura poesia, senza che nessuno possa comprendere chi ne sia l’autore.         20 luglio 07 - Daniele Bossaerts, Giornalista

 

          "Un hermoso artista, intenso, sensible, muy unico. Su juego con la luz es impresionante, con ella expresa en demasía la tristeza, la alegria, la melancolia, la esperanza. Capta en sus modelos aquella simple mirada natural, aun sin perder aquella intensidad que se oculta tras los ojos. Hay tanta expresividad en tus fotos, sigue asi querido amigo."                             Marco Diaz (Bizarro) Fotografo e disegnatore grafico

 

"jeffelix69/Giovanni è uno degli artisti piu ispirati che conosco. Il suo modo di comporre e realizzare i suoi scatti è semplicemente meraviglioso e molto personale.             "Ninja12  Flickr                                                                       



"Adoro il suo stile, ogni sua fotografia è un esplosione di emozioni fortissime.
La sua capacità di cogliere momenti, espressioni, sentimenti, nei suoi ritratti, è incredibilmente raffinata e suggestiva..
Le sue foto sanno andar ben oltre l'essenza dell'espressione visiva del reale, Giovanni racconta emozioni, sensazioni, pensieri, ogni sua foto è come se fosse dotata di un suono, che con estrema delicatezza cerca di raccontare come l'arte sia l'unico vero mezzo attreverso cui l'uomo possa crescere e comunicare. La sua arte è estremamente raffinata, rimango sempre estasiato da ogni sua nuova foto, come se scatenasse emozioni e sensazioni che a volte la vita quotidina non mi permette di assaporare e goderne."                                                       Daniele Morelli - Fotografo

 

"Verrebbe da dire, se si dovesse usare un’unica formula sintetica, che Giovanni è un fotografo “di coscienza”, a cui interessa soltanto scavare nel materiale umano che ha di fronte, con cui cerca di entrare più in simbiosi che in sintonia: per il suo modo di concepire la “regia” fotografica, ci può solo essere una profonda sintonia di vedute e di sentire per interpretare quello che ha in mente. All’atto della ripresa, le sue fotografie sono progettate secondo una logica tutta narrativa, tutta rivolta verso l’individuo (la sua è prevalentemente foto di figura), tutto immerso nell’ambiente nel contesto di abbandono che lo circonda. Che sia nel pieno centro urbano di Milano, o in un luogo abbandonato, o in aperta campagna, verrebbe da pensare che siano luoghi di alienazione o, meglio, i isolamento: sono quasi sempre figure sole, le sue, che non interagiscono con nessuno se non con il fotografo che le sta guardando. E da quel punto comincia lo scandaglio rivolto verso l’interno, verso quegli strumenti umani con cui si misura volta per volta: se anche costruisce la fotografia con in mente una idea “registica” della fotografia, non si serve dei suoi modelli come se fossero degli oggetti, ma come individualità da indagare, da approfondire e da far affiorare. Ogni persona (o personaggio), non deve in sostanza interpretare altro che se stesso dentro una situazione data, senza doversi calare in un personaggio momentaneo diverso da sé.
È un occhio prettamente “pittorico” sulla realtà, un occhio sensibile alle rifrazioni della luce e agli arabeschi che l’ombra può disegnare sui volti e sulle cose: più che una restituzione plastica attraverso la luce, gli preme più una matrice grafica dei partiti di luce e di ombra. È un senso tutto visivo, cui i valori tattili della rappresentazione, in fondo, interessano poco.
In seconda battuta poi, arriva il lavoro di manipolazione dell’immagine, desaturizzata fino ad assumere un’unica colorazione, che è intonazione sia espressiva sia emotiva. Il fotogramma viene letteralmente trasformato, se non stravolto, in modo da amplificarne certi connotati formali. Non sono infrequenti, ad esempio, sovrapposizioni di fotogrammi in trasparenza, la sovraimpessione digitale di più momenti della stessa ripresa uno sopra l’altro, accentuando il lato dinamico della fotografia. Ma la ragione di questa scelta, in realtà, non sta in un interesse per il movimento, quando nell'esigenza di una sintesi dei momenti: è un volto che si modifica in progressione e propone variate sfaccettature. Avrebbe potuto scegliere la via della sequenza, dell’accostamento dei fotogrammi uno accanto all’altro, con una estensione temporale del racconto. In quel caso però, sarebbe stato difficile restituire la globalità e, soprattutto, la simultaneità della percezione.
In un certo senso è un modo di intendere la fotografia, il suo profondamente viscerale, con una mira conoscitiva sostanziale. L’esperienza della fotografia insomma, è anche, se non soprattutto, esperienza umana, e come tale non lascia gli attori “indifferenti”: l’esperienza del momento, insomma, non lascia i suoi interpreti uguali a prima."                          Luca Pietro Nicoletti - critico d'arte - luglio'08

 

"When I first discovered Jeffelix's work I was instantly mesmerized by his ability to reveal vulnerability in each and every portrait. There is such depth of emotion and a beatuiful fragility that captures the essence of every individual. The longer I look at each image, the more I think is revealed about this incredible photographer. He has a magical, ethereal way of presenting images to the viewer that reach that inner part of each of us. He possesses a vision that goes beyond the surface, to the depths of the human experience. Each new image he creates is a work of art, conceived with brilliance. I feel fortunate to have discovered such an incredible talent. I feel I know him now through his work, I am positive, that in the not too distant future, the world will."                   Teldow/Terri (street Photographer - August '08)

 

"Where do I start?!
He has a great eye for art, & he surely knows what he's doing when he's photographing! He captures emotion in a way that makes me feel pain or happiness, in a good way!
He's a genius, to put it simple!"                      Bye-Bye-Omoide/ Victoria (Photographer)

 

"If I would be a model, (which I am not) - on the top of my list of photographers to be photographed by, would be Giovanni! He really captures delicacy, fragility and poetry, making our brutal world a little nicer, a little more tender.
He plays with light and shadow.
It is easy to understand why people would give total faith in him, his eye and his camera.
When you have an open heart, it is hard not to fall in love with Giovanni's work!
Grazie per mostrarci tutte le tue bellissime foto!"       Wim Durang"

 

Una fotografia elegante, poetica, piena di grazia e di sensualità. Giovanni si sperimenta con volti sempre nuovi e mai uguali a quelli precedenti e ogni volta riesce a rivivere un sogno chiamato fotografia.
Complimenti!"          Francesco Paolo Catalano, Photographer

 

"Le fotografie di Jeffelix69 ti catturano.
Riesce sempre a dare ai suoi scatti un aspetto tutto particolare e personale. Donne e uomini, occhi e bocche, tutto diventa un perfetta alchimia.
La natura gli appartiene e dalle sue foto questo risalta prepotentemente. Ci sono sempre aspetti bucolici, per così dire, e il paesaggio, l'erba, l'acqua, sono elementi importanti.
Uno dei fotografi migliori quì su flickr e non solo."            Fabio Astone, Photographer

 

"Amazing work and a unique style!"                 Brandon Wickenkamp

 

"ho scorto ora, per la prima volta, i tuoi scatti: ne sono incantata!
[non scrivo altro perché non ti conosco, ma sono così colpita dalle tue immagini che, di getto, dovevo scrivere qualcosa...]      Linda (Stregalinda on flickr)

 

"Quando ho aperto il suo alum mi sono immediatamente resa conto di trovarmi in un mondo intimo,intenso e di grande eleganza. I volti dei suoi ritratti raccontano storie con la delicatezza dei toni e la profondità delle omre. La cura e l'attenzione per i particolari è disarmante,ogni scatto è un gioiello di assoluta perfezione. Le immagini che ci propone sono languide e oniriche di una sensualità crepuscolare che semplicemente incanta. Difficilmente scrivo testimonial...qui non ho potuto farne a meno."    Ginevra (Gorgo07)

 

"an amazing talent - one of the best portrait collections on flickr." Istambulmike


"In this way I don't have to comment all your work...So one word:
WOOOOOOOOOWWW!!!"                                 Pascal Juinen

 

"What! an incredible surprise.  Amazing Job! :D"         Sebastian R. (Graphic designer)

 

Your work is so breath taking! It made me feel transported to an other world." Oscar Aguilar  

 

Le mie impressioni a caldo: innanzi tutto la serie nautilus song mi piace da morire, altrimenti non ti avrei comprato la foto. Decisamente un po’ inquietante, lo ammetto, soprattutto nelle ultime foto (in particolare la 25/28)[1] in cui il modello ti trasmette (e in questo sei stato bravissimo a trasmettere la sensazione) un senso di soffocamento. Mi fa venire in mente, (non so se l’hai mai visto) Arancia Meccanica di Kubrick, nella scena in cui Alex torna in città e il suo ex compagno di avventure, diventato agente di polizia gli immerge la testa  in acqua tentando di farlo soffocare. Adoro l’effetto sfumato, che dà l’idea del vapore di un bagno turco, di un ambiente saturo, che conferisce una dolcezza assoluta alle fotografie, tanto che, se da un lato, come ti ho detto, in certe foto ti senti quasi soffocare, allo stesso tempo questo effetto che hai dato è quasi un ossimoro, ma non un ossimoro fuori luogo, bensì azzeccato in pieno, che regala una sensazione unica di benessere. Mai visto unire due cose del genere, né unirle in un pendant così ben riuscito. Poi, parliamo di quello che non so se trattasi di trucco, vernice, o semplicemente ritocchi con qualche programma di grafica. Per capirsi, i disegni bianchi che ha sul corpo. Decisamente favolosi. In alcune foto (6, 7, 8, 9) il modello sembra un’entità che sta uscendo fuori da una tenda  di un fine pizzo ricamato a mano. In altre (10, 11, 12, 13), con quella conchiglia in mano, dà l’impressione di essere andato a fare bagno nella vasca in casa di una delle pochissime ricamatrici, come quelle siciliane (che alcuni stilisti “usano” per far fare pizzi e merletti e vendere poi i vestiti a 70mila euro minimo), dopo un bagno in mare in cui ha trovato la conchiglia e se l’è portata dietro, e in quelle foto si respira il sapore del salmastro, si sente il rumore del mare come quando avvicini le conchiglie all’orecchio da piccolo, si respira il vapore dell’acqua nella vasca. Divino (anche la 11 e la 12 le adoro).

Anche il trucco sugli occhi della 21 e 22 mi riporta molto alla mente, di nuovo, Arancia Meccanica. La foto 17 è di una dolcezza, una tenerezza da sciogliere il cuore. Il modello e il fiore diventano un tutt’uno, sembrano un padre e una figlia. Il nudo non ha un minimo di volgarità, non c’è una nota fuori posto, e anzi, hai fatto bene, a mio parere, a usare un modello che non ha la perfezione fisica di tanti altri che ho visto nelle tue foto su flickr, perché è tutto molto più naturale, tutto un insieme uomo elemento, uomo-acqua, uomo-vapore. C’è perfetta armonia, la foto si apprezza in toto, mentre con un altro si sarebbero messi maggiormente in evidenza il pettorale gonfio e l’addominale a tartaruga, e la fotografia avrebbe perso la sua completezza (senza nulla togliere a questo modello, s’intende:  farei la controfirma ad essere così).

La foto che ho scelto. Vediamo perché ho scelto quella (2/28). Io ti dico, la chiamerei “cogito ergo sum”. Lui che si porta la mano alla fronte per pensare, ci si aspetterebbe di vedere una testa, ma no! Al posto della testa, in luogo dell’encefalo c’è la conchiglia, che molto lo ricorda. Sarà che studio medicina e mi ha fatto subito pensare a una sezione trasversale di encefalo che ho visto e rivisto, dal vivo e sugli atlanti, e questo suo pensare mi ha affascinato, mi ha travolto.   Torniamo all’effetto sfumato: mi ha molto riportato alla mente la fotografia del grande John Alcott in Barry Lyndon (e qui si torna a Kubrick), soprattutto nelle scene in cui il figlio è caduto da cavallo e lui va ad assisterlo sul letto di morte, mentre tutte le sue speranze vengono negate.   Così come mi fa pensare ad altri grandi fotografi come Giuseppe Rotunno, che ha fatto il fotografo di scena per Antonioni e Fellini (non curavano la fotografia solo dei film: scattavano le foto anche sui set, e ne facevano di favolose. Le trovi anche su google). Quali film? Le notti bianche di Luchino Visconti, il Fellini Satyricon, La città delle donne (Fellini), Il casanova di Federico Fellini. Lì lo sfumato vigeva imperante, anche se non in tutte le scene, ma nelle visioni oniriche (qui parlo dei film di Fellini) era la regola. Questo effetto mi fa pensare alla nebbia de Le notti bianche, quando Mastroianni passeggia  per le strade e sui ponti, completamente avvolto da questa coltre bianca di nebbia.  Mi fa pensare a tante poesie di Giuseppe Ungaretti che nella sua solitudine parigina passeggiava di notte, e la nebbia gli faceva compagnia. Il colore delle foto è così tenue, sembra un pastello, rilassa, dà benessere, affascina e intriga. Insomma, questa serie Nautilus song è veramente notevole, e ti rinnovo i miei complimenti (sinceri, sincerissimi).

Due parole sulle altre foto. Tornando ai modelli perfetti, in certe foto sono azzeccatissimi e non potrebbero starci meglio, ma lì hai fatto un altro genere di foto e ci volevano con quel fisico lì. Marcello poi, in foto, è di un fotogenico pazzesco. Un Tadzio de “La morte a Venezia” di Thomas Mann. Bellissime sia le foto a colori che quelle in bianco e nero. Tra quelle che ho messo in lista per comprartele, ad esempio c’è “the shy world behind my skin” , con quel  turchese che mi dà un senso di vertigine. Quanto al bianco e nero, anche lì rendi molto. E, tornando (perdonami) a riferimenti cinematografici, mi viene in mente la fotografia di Gianni Di Venanzo (La notte e L’eclisse di Michelangelo Antonioni, 8 ½ di Fellini), E Aldo Scavarda (L’avventura di Antonioni). Fotografi eccezionali, nel caso non li conoscessi ti consiglio assolutamente di vedere questi film (non solo per la fotografia ma anche per i film stessi che sono capolavori assoluti). Un finale come quello de 'La Notte', con Jeanne Moreau e il rimpianto Mastroianni che nell’angoscia del loro rapporto guardano l’alba a bordo piscina, senza una fotografia come quella di Di Venanzo, sarebbe stata una scena qualsiasi. Così lascia senza parole. Le tue foto, e non te lo dico per adularti perché non ne avrei motivo né niente da guadagnarci, sono allo stesso livello.                                                         Alberto Gabriele Morelli, Pubblicista 

Skip Navigation Links